Laura Lala sorprendente interprete e nuova voce del canto jazz.
Potrebbe essere un donna d’altri tempi Laura Lala. La sua sensibilità emoziona. In lei tutto è così pacato e grande è la sua capacità di comunicare attraverso la musica e il canto. Nell’ascoltarla si ha l’impressione che sia riuscita a portare questa musica che arriva da un altro continente da un’altra cultura, così fruibile da renderla familiare. Nella sua musica, il fraseggio tipico del jazz incontra la tradizione culturale siciliana, un intreccio dai risultati sorprendenti.
Ciao Laura, come sei arrivata alla musica e perchè hai scelto il canto?
Ho sempre cantato, sin da quando, mi dicono, avevo un anno e mia nonna mi portava alla villa dove le mamme le chiedevano di farmi cantare le filastrocche siciliane che lei con pazienza e amore mi insegnava. Mi mettevano su una panchina (ero un soldo di cacio) e cantavo. Purtroppo non ricordo nulla o quasi di questi episodi, dico quasi perchè molte delle mie canzoni traggono ispirazione dalle filastrocche imparate da mia nonna Ninetta.
Ho sempre continuato a cantare a casa “appresso alla radio” ma credo di non essermene nemmeno resa conto fino all’età di 18 anni circa, quando manifestai il desiderio di cantare. Mia mamma notò una scuola di musica popolare nel centro storico di Palermo, la mia città d’origine, e mi accompagnò. In quella scuola per puro caso scoprì il Jazz, perchè quella scuola era il Brass Group di Palermo e la mia insegnante era Maria Pia De Vito. Attraverso Maria Pia, i giornalisti Alberto Bonanno, Gianmichele Taormina e Salvatore Bonafede approfondii quello che posso fino ad oggi definire l’incontro più forte della mia vita: il Jazz. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, entrai in un mondo e conobbi una musica che sentivo vibrare sotto la mia pelle e che mi toccava l’anima. Incontrai tantissime persone meravigliose che come me amavano quella musica e cominciai il mio percorso di formazione. Sarò per sempre grata al destino per avermi fatto incontrare persone come Maria Pia e Salvatore. In loro ho trovato non semplici insegnanti, ma anche immensi artisti, persone capaci di ispirare e che hanno guidato il mio cammino musicale.
Il resto dell’intervista qui Andy